"Le signorine": Giuliana De Sio e Isa Danieli sorelle costrette a una convivenza claustrofobica
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martedì 17 dicembre 2019
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di Laura Villani
«Come ti capisce una sorella non ti capisce nessuno». La battuta di Addolorata (Giuliana De Sio) ha un sapore dolceamaro in “Le signorine”, commedia di Pierpaolo Sepe andata in scena la scorsa settimana al Teatro Piccinni di Bari, che segue piccole scene quotidiane nella vita di due attempate e poliomielitiche sorelle nubili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Addolorata e Rosaria (Isa Danieli) sono infatti condannate dalle circostanze alla compagnia reciproca, che la vogliano o no. E la loro è una convivenza claustrofobica, senza amicizie e svaghi, scandita da monotoni gesti quotidiani, pasti frugali e il lavoro nella piccola merceria di famiglia nel cuore di Napoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In queste esistenze intrecciate gli sporadici momenti di affetto e tenerezza sono soffocati da perenni frustrazioni, recriminazioni e battibecchi: le “signorine” sono infatti molto diverse, e non solo perché le separano vent’anni di età. Rosaria, la più anziana e cinica, oculata fino alla tirchieria, tiene i cordoni della borsa e controlla dispoticamente la casa e le sue spese. La più docile e ingenua Addolorata, anima di ragazzina in un corpo offeso dalla malattia, subisce gli ordini e si consola con le soap televisive e il sogno una vita più comoda.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel corso della commedia appare sempre più evidente come il rapporto malato con Rosaria stia condannando Addolorata alla miseria, demolendone sistematicamente l’autostima, le speranze e le più piccole aspirazioni. Un cartomante televisivo (Sergio Rubini, di cui sentiamo solo la voce) arriva a suggerire che la donna possa essere felice solo se si libera della presenza oscura che la opprime.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’occasione della rivalsa giunge al termine di un raro momento di svago, il matrimonio del cugino Tonino con una giovane badante opportunista. In seguito a un malore Rosaria resta infatti paralizzata, e proprio Addolorata si ritrova investita del controllo totale su di lei e sulla casa. Ne approfitta per togliersi tutti gli sfizi: acquistare tailleur, accendere il riscaldamento, comprare una tv di ultima generazione, usare la lavatrice, truccarsi, uscire, persino vendere la bottega ai cinesi che la sorella temeva tanto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma il controllo della primogenita non è affatto scomparso: continua a manifestarsi attraverso incubi, silenzi e suggestioni, ad annidarsi dietro a ogni piccolo inciampo di un’Addolorata finalmente libera ma incapace di stare al mondo, fino a un epilogo inaspettato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La commedia si regge sul talento insindacabile delle due mattatrici. Danieli e De Sio danno alle rispettive parti il soffio della vita e ogni sfumatura amara del comico. Le loro performance incalzanti e perfettamente calibrate riescono a divertire, turbare e non di rado commuovere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quella delle sorelle è una realtà tangibile, familiare, il cui realismo profondo riesce a rendere ancora più efficaci le svolte sorprendenti e quasi metafisiche della storia, facendo subentrare una partecipata inquietudine al processo di identificazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La scenografia, colorata e pittoresca nella stanza di Addolorata e grigia e spartana nel lato del corridoio in cui spadroneggia Rosaria, sottolinea la divisione tra le due sorelle risultando al contempo familiare e pratica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Foto di: Noemi Ardesi
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